Intervista esclusiva all'ex rossoblù Reggie Slater

Ha giocato a Montecatini terme nella storica stagione '99/00.

Reggie Slater a canestro
Reggie Slater a canestro

Montecatini Terme.

Quando a fine agosto del 1999 la Snai Montecatini appena tornata in A1 decise di ingaggiare Reginald Dwyane Slater da Kashmere in Houston, la sua firma fu un autentico e proprio colpo per il campionato italiano che in quel momento stava vivendo gli anni più fulgidi del proprio splendore.

Si trattava di un giocatore con una pluriennale esperienza NBA, già esperto del basket del vecchio continente e disposto a mettersi in gioco sfruttando la qualità del nostro campionato per avere la chance di tornare negli States.

A Montecatini ha giocato una sola stagione ma ha lasciato un ricordo indelebile: il suo pedigree, la sua combinazione di forza fisica, velocità di piedi uniti a una mano morbidissima dalla media per un “torello” di 200 cm per 120 kg ha riportato alla mente dei tifosi i tempi in cui al PalaTerme scendevano in campo i vari Clemon Johnson, Mark Landsberger e Chris McNealy, ovvero veterani della NBA arrivati all’ombra delle terme per fare la differenza.

Per lui parlano i numeri: 259 gare disputati nella NBA in 9 stagioni e 7 squadre diverse, 44 volte titolare, 1450 punti messi a segno oltre 3500 minuti passati a correre su e giù per il campo contro giocatori del calibro di Charles Barkley, Michael Jordan, Karl Malone e tanti altri. Una carriera iniziata all'Università del Wyoming con cui ha giocato 4 stagioni dal 1988 al 1992 che lo ha portato molto giovane in Spagna, poi nella defunta CBA prima di trovare il suo posto tra i Pro. 

In 33 partite disputato in maglia Snai chiuse a quasi 16 punti di media (top scorer della squadra) con il 55% al tiro, 6 rimbalzi e un considerevole numero di tabelloni sbriciolati dalle sue poderose schiacciate, nell’anno in cui Montecatini arrivò allo storico 4° posto in campionato e conquistò l’Europa. Il suo impatto fu talmente devastante da meritarsi la convocazione all'All Star Game italiano in cui giocò nella selezione degli stranieri contro la Nazionale Italiana del suo compagno di squadra German Scarone.

Le sue quotazioni salirono in modo talmente vertiginoso che dopo quella stagione tornò negli States e firmò con i Minnesota Timberwolves di Kevin Garnett in cui spesso partiva da centro titolare in una squadra da 47 vittorie in stagione regolare nella competitivissima Western Conference.

Noi di Valdinievole Sport lo abbiamo contatto e lui dall’alto della sua classe ci ha concesso con estrema disponibilità un’intervista in esclusiva.

Ciao Reggie, ti cosi ti occupi oggi, a 11 anni di distanza dalla tua ultima partita da professionista?

Da quando ho finito la mia carriera da giocatore professionista mi sono avventurato nel mondo degli affari. Oggi possiedo 7 autofficine e 1 palestra.

Che ricordi hai della tua esperienza a Montecatini Terme da giocatore?

In molti mi chiedono in quale squadra europea mi sia trovato meglio quando giocavo e la mia risposta è sempre la stessa: Montecatini! In città c’era una bella atmosfera che circondava la squadra e la gente era fantastica.

Hai avuto qualche rimpianto dalla tua esperienza italiana?

L’unico rimpianto che ho avuto è extra cestistico, ovvero non sono riuscito a godermi da turista le meraviglie del vostro paese.

Solitamente lo “spogliatoio” per un giocatore americano è il posto più difficile in cui calarsi, sotto questo punto di vista come ti sei trovato a Montecatini?

Lo spogliatoio è sempre un posto speciale per il legame che si sviluppa con i compagni nel corso della stagione. Sono stato fortunato a condividere la stagione con giocatori di eccezionale talento e carattere.

Il tuo miglior compagno di squadra?

Andrea Niccolai, l’icona del basket montecatinese, è stato tra i migliori, ma nessuno per me è stato come Max Monti. Ci sentiamo ancora oggi spesso via Facebook.

Sei ancora in contatto con qualche tuo vecchio compagno di squadra italiano?

Sono molto fortunato perchè i social media mi permettono di stare in contatto con Aleandro Roncarà, Max Monti e molti altri!

Qual’è stata la squadra o l’avversario più difficile da affrontare quando giocavi da noi?

Per ogni giocatore competitivo come lo ero io la sfida più dura era contro se stessi, perchè ogni stagione è lunga ed accumuli stress per cui devi rimanere costantemente positivo per raggiungere i tuoi obbiettivi. Questo è il compito più difficile da affrontare di qualsiasi squadra o avversario diretto.

Hai giocato per 9 anni nella NBA: Statisticamente il tuo anno migliore fu a Toronto dove collezionasti cifre come 8 punti e quasi 4 rimbalzi a partita in 21 minuti di impiego su 78 partite, ma fu a Minnesota che ottenesti più successi a livello di squadra. Qual’è stata la tua miglior stagione in NBA?

Senz’altro quando giocai al fianco di Kevin Garnett ai Minnesota Timberwolves e vincemmo quasi 50 partite di stagione regolare (ndr: quell’anno mise su 4,6 punti, 3,4 rimbalzi di media in 12,5 minuti di utilizzo con il 51% al tiro e 16 partenze in quintetto base). Ci sono state stagioni in cui i miei numeri sono stati migliori, ma erano in team perdenti. Vincere è molto più gratificante che perdere!!!

Rispetto a 10/15 anni fa un giocatore americano che arriva in Italia o in Europa trova maggiori difficoltà. A cosa pensi sia dovuto e cosa pensi in generale del livello del basket europeo?

Oggi il basket è una cosa globale per cui sia la NBA che i team Europei valutano in modo diverso i giocatori rispetto al passato. Io penso che il gap tecnico tra il basket NBA e quello Europeo si sia notevolmente assottigliato e continui a ridursi. Le squadre NBA hanno il vantaggio di scegliere i migliori giocatori europei, asiatici e del sudamerica nel loro “prime cestistico” e li assimilano dentro la lega più competitiva al mondo. Perciò credo che sia questo il punto per cui oggi la NBA abbia il vantaggio sul resto del mondo.

Finisce qui l'intervista a Reggie Slater che prima di salutarci ci tiene a ringraziare i tifosi che hanno seguito la cavalcata di quella squadra: “Ho veramente apprezzato tanto il mio tempo trascorso con la gente di Montecatini che è un posto meraviglioso pieno di persone fantastiche!”

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