Ivano Fanini, un primato invidiabile – Amico di due Santi

Oltre a dodici titoli mondiali nel ciclismo

Il papa con Fanini e Eddy Merckx
Il papa con Fanini e Eddy Merckx

Imprenditore di successo, dirigente sportivo illuminato. Caratteristiche peculiari dei vincenti, soprattutto nella vita. Di Ivano Fanini e della sua epopea nel ciclismo si sa tutto, ormai, ma c’è un primato nel suo curriculum che – secondo lui - vale molto di più di tutte le corse che hanno vinto i suoi corridori (compresi i 12 titoli mondiali). Amico di due…Santi.  Sì, perché due Pontefici sono legati a lui. Il Papa è il Santo Padre, dunque il cerchio si chiude.

“Nel 1971 ho messo piede per la prima volta in Vaticano, poi l’evento si è verificato in altre 25 occasioni ufficiali (ogni anno lì veniva fatta la presentazione della squadra) – ricorda Ivano dai suoi uffici di Lunata dove, in pratica, c’è un museo sulla sua carriera – e non dimenticherò mai Paolo VI, beatificato di recente, che arrivò con la macchina riservata a lui che venne parcheggiata accanto alla mia ammiraglia, un Alfa Romeo 1750 (vedi foto). Lui scese e venne subito in mezzo a noi a conoscere i nostri giovani corridori. Avevo vent’anni, quell’incontro fu rivelatore del mio futuro”.

Ma l’amicizia più duratura fu con Giovanni Paolo II. Un legame indissolubile, un cordone ombelicale mai reciso. “In pratica insieme fondammo Amore & Vita – racconta Ivano Fanini – che non rappresentava soltanto una squadra, ma soprattutto un filosofia di vita. Con Woijtila Ci siamo conosciuti nel 1982, grazie ad una persona eccezionale che rispondeva al nome di don Franco Baroni. Il Papa polacco possedeva una luce particolare, emanava energia positiva. Grazie a lui sono diventato una persona migliore. Gli feci battezzare il figlio di un mio sponsor ma ancor più emozionante fu il momento in cui personalmente benedì mio figlio e sua moglie per il loro matrimonio. C’è una cartolina firmata in cui aggiunge “Viva Amore e Vita, viva Fanini”, ma queste cartoline le ricevevo regolarmente ogni anno, quando si spostava in giro per il mondo per gli incontri papali. Però, quella in particolare per me è un cimelio dal valore immenso, sotto il profilo affettivo. Molti i messaggi educativi diffusi tramite le maglie della nostra squadra – prosegue l’imprenditore – partendo da quello del No all’aborto. Un tema caldo, che ci fece passare anche dei momenti difficili. Al via della Milano-Vignola, una classica di mezza stagione del calendario italiano, un gruppo di femministe ci ostacolò alla partenza in piazza del Duomo a Milano. Alla fine del 1989 cambiammo il messaggio in un più generico Amore e Vita che simboleggiava e simboleggia ancora oggi tutto. Un messaggio fondato in Vaticano insieme al Santo Padre, 1° socio onorario della squadra. Abbiamo avuto anche maglie dedicate, quella con lo slogan per la lotta contro il fumo o quella a stelle e strisce in onore degli Stati Uniti, colpiti dall’attentato dell’11 settembre 2001. Giovanni Paolo II è stato il massimo, e perfino il mio amico Eddy Merckx, il più grande ciclista di tutti i tempi, mi chiese di essere presente ad una nostra presentazione in Vaticano per poterlo finalmente incontrare che era il suo sogno ed io lo accontentai con molto piacere e fu un momento davvero memorabile (vedi foto). L’arrivo a Lucca del Pontefice dell’Est Europa, grazie anche a me, fu strepitoso. Mi regalò una gioia immensa. Prese in braccio mio figlio, e con letizia autografò la bicicletta Fanini, con il nostro marchio”. 

Nel museo fotografico si notano anche diversi tra Capi di Stati e Primi Ministri, “con alcuni dei quali ho avuto e conservo tutt’ora stretti rapporti di amicizia”: dal danese Rasmussen a Cossiga, “a cui regalai una bici”, da Scalfaro a Andreotti e a Ciampi che insieme a D’Amato nel 2000 lo nominò Commendatore della Repubblica, fino a Berlusconi (e tutti immortalati in foto con in mano la maglia di Amore & Vita).

Oggi Ivano Fanini è ancora impegnato, con il figlio, ad organizzare la squadra, AMORE & VITA – PRODIR, la più longeva del circuito internazionale. Il ritorno al Giro d’Italia? “No, non accadrà almeno a breve. Con la lotta al doping me l’hanno giurata e poi con la nostra politica di sport pulito sarebbe davvero difficile per il miei atleti resistere oltre 12 tappe”.

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